Abstract
Oggi il lavoro è remoto, poroso, smart. Sfumano i confini temporali tra vita privata e vita professionale.
Servono (presto) nuove norme.
Il tempo di lavoro è diventato uno dei temi centrali del dibattito attuale. Lo shock pandemico ha reso obsoleto l’assetto normativo precedente; cominciando dalla definizione legale di orario di lavoro e passando per la giovane normativa sul lavoro agile, le norme soffrono in un contesto produttivo e sociale profondamente cambiato. Il lavoro da remoto, fino al 2019 una chimera per molti dipendenti, è diventato una normale modalità di lavoro.
La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro deve essere necessariamente rivista nell’ottica del nuovo assetto lavorativo. Il pericolo della porosità dei tempi di vita e di lavoro appare sempre più evidente e richiede nuovi equilibri, che passano anche da una maggiore responsabilizzazione dei lavoratori e dell’impresa.
Il fenomeno delle grandi dimissioni accanto alle sperimentazioni della settimana cortissima, su 4 giorni, fa riflettere sulla necessità di trovare strumenti nuovi nella gestione del personale, che sappiano far camminare a braccetto la produttività e il ritrovato valore del tempo.
In questo contesto, sia il Legislatore che le Parti sociali sono chiamati al difficile compito di adattare l'assetto normativo al fine di accogliere il cambiamento che stiamo vivendo. Ma in un’epoca di cambiamenti repentini, sarà sufficiente adattarsi?
